domenica 4 dicembre 2011

Lo Smarino

È la mia parola del giorno: smarino. E l'ho scoperta oggi dopo pranzo. E a sentirla, subito, come tutti credo, ho pensato al mare, alle maree, ai riflussi, ai pesci, all'acqua salata, al sole, alla crema solare, al gelato, alle spiagge e alle conchiglie. Poi dopo ho subito pensato a una battuta vecchia come il mondo, che immaginandola recitata da due voci, una che cucina e l'altra attendente, ovvero che attende a quello che sta facendo l'altra, fa più o meno così: Manca Sale, dice una, e l'altra Marino, vieni su! Stacco didascalico: Sale marino. Risate.
Ma quella s- privativa...?
Ecco, a saperlo oggi, forse in tutt'Italia cos'è lo smarino, sono in 1 milione, forse due, se proprio vogliamo stare larghi. E con ogni probabilità, il 15% l'ha letto sulla settimana enigmistica, il 35% di quel milione ha fatto studi tecnici sull'argomento o ha studiato geologia come Leo Ortolani, che poi si è dato ai fumetti, e il restante 50% abita in alcune valli del piemonte, o conosce o ha sentito parlare qualcuno che abita in quelle valli, perché mai prima mi ero immaginato che esistesse lo smarino, e sopratutto che avesse a che fare con le montagne. Un po' come se il Disalpestre, che non esiste (almeno credo), fosse una specie particolare di pesce marittimo, che invece di salire i torrenti come il salmone, uscisse dall'acqua e si mettesse a fare trekking, con tanto di scarponi e piccozza, pensando di arrivare a baita prima così.
E invece lo smarino è una roba normale, di scarto, laterale.
Una di quelle cose a cui non si pensa mentre si fanno le cose, e invece c'è e rimane lì.
Ora mettiamo che tu sei lì, a Marina di Ravenna, mettiamo, e invece d'importunare le bariste tatuate e rock&roll di un noto locale sulla spiaggia, fai una bella montagna di sabbia (oggi siamo così: specialità Mare e Monti), non tanto alta che sennò i vicini d'ombrellone mica ti scorgono più ma abbastanza, poi vuoi farci passare la tua bella biglia col ciclista o calciatore della tua squadra pref., non Ronaldo del Real Madrid, che è tutto così grasso che non ci sta neanche nella boccettina di plastica, ma nemmeno Vieri, che ormai non sai neppure dove gioca, un'altro, diciamo un bel Milito, che c'ha quegli zigomi scavati che ti fan pensare alla carta vetrata e ai dentelli del saracco, ecco, uno così. Diciamo che ora hai tutto pronto o quasi, e una volta che hai la montagnola dove hai pensato di farci un buco, anche se la pista può tranquillamente passare per altri posti, c'è tutta la spiaggia per farci passare le biglie, ma tu quella montagnola la devi perforare e così sia, te l'han detto che si fa così, ma non è l'U.E. che te l'ha detto, te l'han detto altri, ma andiamo avanti, che poi dopo non finiamo più e se ti dico anche perché ti dicono che ci devi fare il buco finisce che magari ti fermi e ti chiedi perché e allora tutto si ferma, mentre poi devi farci il buco, e devi starci attentissimo al buco, che sennò crolla tutto, e finalmente l'hai fatto, 'sto buco, e il tunnel regge e Milito può passare dentro il buco - ociò che dentro i buchi devi andare più piano, che altrimenti la sabbia scura, umida, te l'infossa quel Milito, e allora tirarlo fuori da lì, non è mica come col golf, se il buco è troppo lungo, poi hai voglia a tirarlo fuori, devi chiamare quelli più grandi, che però han tutti le braccia lunghe come le tue - e allora prima di carambolare verso la vittoria il tuo Milito deve scivolare sul fondo del buco, leggero, senza calcare, ma anche così, mentre taglia il traguardo e sorride ai fotografi, tutto felice e affaticato (più che affaticato forse ammaccato dai tuoi cricchi - una vita che volevo scrivere cricchi, ci sono riuscito, e in un contesto coerente!) dicevamo sudato e con lo zigomo ancora più acuto, per via del mostrare le genginve, tra i flash delle digitali e gli applausi del pubblico, che si aspettava dei ciclisti e invece salti fuori tu, che sei bravo per carità, ma sei pur sempre un calciatore, uno che a ben vedere ragiona coi piedi, e mentre il pubblico ti applaude un po' meravigliato, tu alzi lo sguardo, come a voler incorniciare il panorama, per memorizzare meglio il momento, la sensazione; dicono che si fa così, ma mentre sei lì, che accarezzi il sole e le nuvole oltre la spiaggia piatta, eccolo lì: lo smarino.
Una montagna artificiale di terra smossa, umidiccia, un po' puzzolente e diciamocelo, non proprio filtrata e sicura, venuta fuori come scarto, prodotto di risulta dal buco della montagnola, che il tuo geologo e costruttore nonché allenatore e coach non ha pensato a rimettere da qualche parte, ma che probabilmente riverserà in mare o da qualche altra parte, esternalizzando la cosa (e mentre scrivo esternalizzare il controllo ortografico di blogger mi segnala errore, beata ignoranza!), ma se il tuo demiurgo saprà pensarla bene, mentre tu sarai pronto per il giro d'onore, dopo lo champagne e il bacio alla bella castana, lui, il demiurgo, mettendo un avambraccio a livello del piano, che per l'occasione, lo potresti giurare, è a 0 sul livello del mare, farà una bella variante al percorso e prendendo con la mano libera tutto lo smarino che c'è rimasto, creerà una nuova montagnola, non richiesta da nessuno, sul suo avambraccio così poi, quando lo smarino sarà asciutto, asciutto ma giammai pulito, potrai fare un secondo tunnel nel giro, che però finisce un po' così, perché dovrai fermarti lì, perchè i tuoi cugini, quelli che mangiano le rane e parlano un po' come i piccioni quando tubano, loro la pista, caro Milito, non te l'hanno ancora fatta, che già sanno come andrà a finire... ecco Milito, ora pensala più in grande 'sta storia, e cercala dove pochi ma potenti sfetecchioni, smarino o non smarino, voglion farci passare tutti per scoglioni...

2 commenti:

  1. io di solito lo metto sull'arrosto, lo smarino.

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  2. mah, forse sta meglio sul sabbacchio...

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