venerdì 2 dicembre 2011

Han ragione tutti, in fondo, quindi nessuno

C’è la mia morosa che mi dà del matto, spesso, soprattutto da quando viviamo insieme, che ormai son quasi sette anni. Il motivo è che so esattamente quanti e quali dischi ci sono nella mia collezione, quanti sono i CD originali, perché quegli altri non li considero, quanti sono i vinili, quanti i digipack, quante le edizioni speciali, e so anche dove sono e come sono disposti, alfabeticamente, italiani prima, stranieri dopo, poi gli africani, quasi tutti del Mali, il blues, il soul, il jazz e un solo disco di hip-hop, le compile son tutte in fondo. So con precisione l’anno di ogni disco, la sua provenienza geografica, l’anno di ristampa, se è una ristampa, il giorno preciso del concerto, se è un concerto, il contenuto extra, se ci son dei contenuti extra, dove sono autografati, se sono autografati. So dettagliatamente quali sono i dischi che ho portato da casa mia a casa nostra, ormai quasi sette anni fa, quali erano già in casa sua e lì son rimasti, visto che casa nostra è casa sua, e quelli che abbiamo comprato insieme, ché siam poi anche fortunati ad avere gli stessi gusti, io e lei. So tutte queste cose perché sono cose scritte in un file .doc che aggiorno quasi quotidianamente e che è una specie di testimonianza, per quando morirò, della musica che ascoltavo, che m’immagino sempre uno che lo trova, lo legge e dice Toh che bella musica che ascoltava, poverino. E lo so che è una roba da schizofrenici, ma cosa vuoi che ti dica, hai ragione te, come ho ragione io; han ragione tutti, in fondo, quindi nessuno.

Una volta che la mia morosa mi ha dato del matto più delle altre volte è stato quando ha capito che i dischi che stanno sul mio file .doc non sono tutti i dischi che ho ascoltato o che ho comprato, ma sono molti meno. Perché io ho questa cosa, che non so se è normale, secondo me no, ma io ogni tanto faccio delle purghe staliniane, e i dischi che non mi piacciono, che non ascolto più, o quelli che mi piacciono ma a dire in giro che ti piace un disco del genere c’è da vergognarsi, niente, io li prendo e li regalo, li porto dai frati, li chiudo in una scatola in soffitta, in cantina, nel garage dei miei, in un armadio, dove capita. Ma soprattutto li tolgo dal mio file .doc, e se mi chiedi se ho mai avuto uno di quei dischi là, io ti dico no, anzi, forse non l’ho mai neanche ascoltato. E son convinto di aver ragione io, anche se hai ragione te; abbiam ragione tutti e due, in fondo, quindi nessuno.

La prima volta che la mia morosa mi ha dato del matto è stato quando ho unito i miei CD ai suoi, quasi sette anni fa, fondendo le nostre due collezioni in una billy lunghissima, mettendoli tutti nell’ordine che dovevano avere, secondo me, togliendo la polvere dai suoi, impilandoli coi miei, con la costa in vista a formare un muro insensato di plastica. Con i vinili lei ha fatto più resistenza, ma dopo qualche mese ho vinto io. Anzi, abbiamo vinto noi, io e il mio file .doc. Poi però sarà qualche anno che non mi dà più del matto, la mia morosa, si è abituata e ha capito che certe volte, se le cose son poco importanti, fa prima a venirmi dietro o a compatirmi che a scaldarsi per farmi capire che non sono mica a posto. E secondo me ha ragione, come ho ragione io; han tutti ragione, in fondo, quindi nessuno.

Ecco, adesso, io, stasera, ma davvero, stasera vado a casa e prendo il mio file .doc e lo butto nel cestino. Poi cambio posto a qualche CD, a qualche vinile, a qualche edizione speciale, vado in soffitta e cerco delle scatole coi dischi purgati e li spargo per casa dove capita, mischio i generi, sfondo il muro di plastica, tiro fuori i CD non originali e li tratto come originali, e viceversa, e poi viceversa ancora. Che son convinto che quando arriva a casa la mia morosa, lei mi dà del matto. E voglio vedere, adesso, dopo quasi sette anni, chi aveva ragione.

Avevo ragione io, mi dirà lei, trionfante, libera.
Eh, avevi ragione te, risponderò io, libero, sconfitto.

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Questa cosa l'ho scritta al volo, non fate nemmeno caso alla forma, vi basti sapere che la sostanza, a parte gli intenti finali che poi li vediamo stasera, in casa mia, è tutta verità. Questa cosa, quest'autoanalisi, l'ho scritta per colpa di Francesco Farabegoli e di una delle sue solite iniziative para-musicali. Fatelo anche voi, se volete.

8 commenti:

  1. Nooo!!!
    Cancellare un file del genere (ma perché .doc? sarebbe stato più utile e facile da consultare un .xls!) equivale a un quasi suicidio: perdi una parte importante se non tutto te stesso.

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  2. ogni tanto bisogna disfarsi di sé stessi.

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  3. Anonimo12:42 PM

    a ribellarsi alla tirannia delle liste, a buttarle, le liste, ci vuole del coraggio

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  4. ci vuole del coraggio anche a non averne... vabbè.

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  5. Hai visto American Splendor con Paul Giamatti?

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  6. penso di no. me lo segno.

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  7. Anonimo12:20 PM

    io facevo così con i libri. non avevo un file doc perchè me li ricordavo a memoria tutti. avevo lo scaffale best ordinato cronologicamente, e sulla prima pagina di ognuno c'era un appunto a matita con la sua storia, la storia del libro: dove è stato comprato, da chi regalato, come, quando, se è stato prestato, smarrito e ritrovato, tutto quanto. poi avevo anche lo scaffale dei peggiori, lo scaffale dei libri non finiti, lo scaffale dei libri che ho trovato nelle case incui ho vissuto e di cui non conoscevo la storia. poi ho smesso. ora stanno tutti mischiati senza un ordine apparente. mi sento meglio. e mi sembra di averne di più. ciao many.

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  8. eh, per i libri ci sono anobii e goodreads e lì non scappo, per ora. però sullo scaffale son sempre stati mischiati. (ciao viadellaviola)

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