venerdì 13 maggio 2011

Stanotte ho sognato tantissimo (2)

Eravamo a Lisbona. Lisbona è uno di quei posti che non ho mai visitato, in cui vorrei andare presto però. Eravamo a piedi a passeggiare in silenzio per le vie di Lisbona, che non so come sono per davvero, forse potrei controllare su Google Immagini, ma nel mio sogno eravamo a Lisbona perché stavamo andando a casa di Carlo a poggiare i bagagli, eravamo appena arrivati. Carlo abitava lì in una casa con la veranda e il porticato, in una zona senza negozi - forse non eravamo a Lisbona, adesso ho un dubbio - avevi un cappello che ti rendeva buffo, ogni tanto era caldo, lo toglievi e ti asciugavi il sudore sulla fronte.
Ci faceva assaggiare il gelato alla frutta che aveva fatto la sua coinquilina.

È col latte di soia, ma è buono lo stesso.
Mmmm.
No, davvero, anche io facevo mmmm e poi niente: è buono.

Doveva essere estate.
Io invece avevo gli occhiali da sole tondi scuri.

Sembri un'ape, mi dici.
E tu...Non lo so. Non lo so cosa sembri, dico.
Perché sono bellissimo. Guardami, guarda come mi bacia il sole.

Davvero eri bellissimo, ti toglievo il cappello ché avevo voglia di toccarti i capelli e arruffarli e metterci le mani dentro: sono stata lì cinque minuti mentre ti lasciavi andare su un dondolo con la faccia al sole.
Dopo qualche ora siamo andati in città, in centro, siamo saliti su un tram che andava in salita, lungo una strada stretta fra due file di case dritte e lunghe, infilate a perdita d'occhio.
A un certo punto il tram si è fermato, non andava avanti e il freno era tiratissimo, per non farlo scappare; noi eravamo tranquilli, stranamente, mentre il vociare insistente e ingarbugliato degli altri ci faceva pensare che forse avremmo dovuto preoccuparci. Invece no, noi eravamo lì impassibili, senza scendere né salire, senza pensare né parlare. Di fronte, sul muro della casa di fronte, fuori dal tram c'era una scritta verde.

Secondo me dovresti baciarla. Diceva così.

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