venerdì 6 maggio 2011

Cicatrici: Quella volta in cui sconfiggemmo i messaggeri del dolore

[riceviamo e pubblichiamo la cicatrice di Ciccio Rigoli, altrimenti conosciuto come cicciorigoli]

(Posizione)
Ginocchio destro.

(Cause)
Alla fine degli anni Ottanta le domeniche sera erano scandite dall'apprendimento dell'anatomia con “Siamo fatti così”. Tutto quello che so di come funzioni il corpo, di cosa siano gli anticorpi e di che cosa facciano tutto il giorno i globuli rossi lo so attraverso questo benemerito cartone animato, foraggiatore delle facoltà di medicina negli anni a venire. Ho sempre il sospetto che i medici che mi visitano abbiano deciso di fare il loro mestiere per verificare se davvero i virus siano gialli e abbiano i capelli tirati in su con il gel.
Quella domenica, grande puntata di Siamo fatti così. Si andava sulla neurologia, mica sulle solite battaglie tra globuli bianchi e batteri. Stavolta la battaglia si svolgeva tra i messaggeri del dolore e i nostri difensori. I primi cercavano di arrivare al cervello più velocemente possibile a bordo delle loro motociclette miniaturizzate, i secondi spargevano dei liquidi viscosi per terra per farli scivolare. A volte vincevano gli uni, a volte gli altri. A volte si sentiva dolore, a volte no, dipende da quanti sono i messaggeri e da quanto è scivoloso il liquido che li ostacola.

Quella domenica mattina sono con la mia graziella. La mia prima bici da grande, rossa, presa da mio nonno in una televendita. Salgo per una strada sterrata, fangosa e cosparsa di pietra, in una bieca imitazione del ciclocross. Forse la strada erta, forse un sasso, non so, fatto sta che scivolo e cado su un sasso. Col ginocchio. Nessun dolore. Penso: “Che forti i miei difensori, che con le loro sostanze viscose hanno impedito ai messaggeri del dolore di arrivare al mio cervello”. Incontro mia zia, le dico che sono caduto ma non mi sono fatto niente. Mi sollevo il pantalone e, invece della consueta pelle sigillata in un pezzo unico, una graziosa faglia di alcuni centimetri si apre sul ginocchio. Aperta e profonda. A casa la faccio vedere a mia madre e dico che non ho sentito niente, mia madre invece sente qualcosa dentro e sbianca. Recuperiamo mio padre e via, all'ospedale. Ricucito, tre punti.

(Conseguenze)
Oggi il mio ginocchio ha un punto con la pelle più bianca, leggermente rigonfio, e ogni volta che lo guardo mi chiedo come mai quella volta i miei difensori riuscirono a vincere i messaggeri del dolore e a non farmi sentire nulla. Non è più accaduto che non sentissi alcun dolore cadendo in bici, ma mi piace pensare che ancora oggi i miei difensori, la sera, davanti al camino, ricordino di quella volta in cui neppure un messaggero del dolore riuscì ad arrivare fino al cervello. Forse i tre punti che mi hanno dato quel giorno dovrei dedicarli a loro. Ragazzi, perché trionfi la giustizia sportiva dopo tanti anni, sappiate che quel tre a zero è tutto vostro.

di Ciccio Rigoli “cicciorigoli”

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