mercoledì 13 aprile 2011

Cicatrici: In posizione di riposo

(Posizione)
Polso sinistro.

(Cause)
Sono al decimo giorno di servizio militare nel Centro Addestramento Reclute del I Reggimento Fanteria San Giusto di Trieste. Ci stanno insegnando la propedeutica al tiro. Perché quando a militare vai a sparare, mica lo puoi fare come tutte le persone normali, che prendi una roba e spari. No, prima ti devono dire un sacco di cose e obbligare a fare un sacco di altre cose che tolgono la parte divertente a una seduta al poligono militare.

È agosto del 1993 e fa un caldo infame, siamo tutti implotonati in piazza d'armi con la mimetica ben allacciata, e a militare devi fare tutto quello che ti dicono, senza chiedere perché. Lo fai e basta, è un ordine. Se contesti sono cazzi. Questo lo capisci subito, ordine e insubordinazione funzionano alla grande: impari a farti i cazzi tuoi, a non contestare e se proprio vuoi qualcosa dovrai ottenerlo di nascosto, truccando le carte qui e là, corrompendo qualcuno e se hai i mezzi per impaurirlo con la forza userai quelli. Insomma, è come la criminalità organizzata solo con le divise tutte uguali. Sei giorni prima, durante le visite mediche, stiamo TRE ORE in posizione di riposo (che non vuol dire che ti riposi, vuol dire che devi stare a gambe un po' allargate e le braccia dietro la schiena, con la mano destra che stringe a pugno il polso sinistro. Busto dritto, capito? Busto dritto, RECLUTAAAA, BUSTO DRITTO CAZZOOO!), dicevo tre ore in posizione di riposo sotto la randa del sole. Senza bere, ci avevano anche fatto una puntura il cui scopo non ci diranno MAI. Un ragazzo di Parma sviene. Altri due arrivano al limite. Io resisto ma è dura. Nei primi quindici giorni, fino al giuramento, perderò sette chili e mi manderanno dallo psicologo.

Comunque, stiamo facendo propedeutica al tiro, sono dieci giorni che sento solo gente che urla in faccia e insulta a caso me e i miei commilitoni e quindi diamo retta a ogni cosa anche se ci fanno fare delle stronzate. Siamo sul riposo, implotonati. Per NESSUN MOTIVO si deve uscire dai ranghi, ce lo hanno detto mille volte. Così quando sento sussurrarmi da quello dietro di me "Fiorveluti, hai un'ape sul braccio" mi agito. Ho una paura fottuta delle api. Sento il pizzico e mi fa male, ma non dico nulla. Quello dietro di me continua a sussurrare "Fiorveluti, ti si sta gonfiando il braccio e l'ape È ANCORA Lì E NON SI MUOVE". Resisto per circa cinque minuti, fin quando non danno l'ordine di "sedersi per tempi" e ci dicono che siamo liberi e che in tre alla volta possiamo andare a bere un goccio d'acqua. Mi guardo il braccio. L'ape c'è ancora e tutto il braccio sinistro è GONFIO come se qualcuno ci avesse pompato aria con un compressore.

Butto via l'ape con un cricco, stacco il pungiglione e urlo "COMANDI" per segnalare che desidero essere ascoltato. Il sottoufficiale mi chiama, vede il mio braccio e in veneto dice "Accidenti, ma che braccio gonfio. Cosa è stato?" (Non dice proprio accidenti). Vado a bagnarmi e rapidamente il braccio si sgonfia. Dove prima c'era l'ape, c'è un BUCO che lascia il posto nei giorni seguenti a una crosta e poi a una cicatrice.

(Conseguenze)
Uno dei periodi più divertenti della mia vita è stato l'anno passato a militare. Uno dei periodi più paranoico-depressivi della mia vita è stato l'anno passato a militare. Il militare lo consiglierei a tutti perché fa bene. Il militare è assurdo e non serve proprio a niente, è un anno buttato nel cesso. Ogni frase che ho appena scritto la penso con una convinzione incrollabile.
La cicatrice è quasi invisibile, ormai. Il 6 agosto 1994 mi sono congedato.

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