lunedì 24 gennaio 2011

Son fatto così (5)

Son fatto che se sono per la strada che cammino per i fatti miei, o in un corridoio al lavoro, per esempio, e vedo che sto per incrociare qualcuno che conosco, e che magari ha anche bisogno di me, io, tutto d’un colpo, metto una mano in tasca, tiro fuori il telefono, così, mentre cammino, e faccio un numero a caso, con delle cifre a caso, mi metto il telefono all’orecchio e, mentre la voce registrata mi dice che quel numero lì non esiste o non è abilitato, dico delle cose, faccio anche dei discorsi, come se stessi parlando con qualcuno, e intanto cammino e vado dove stavo andando per i fatti miei, e quando incrocio quello che conosco, e che magari aveva anche bisogno di me, io intanto parlo, e mentre parlo gli faccio un mezzo sorriso, alzo un po’ le sopracciglia come a dire Ciao, eh, guarda, sto telefonando, e intanto continuo a parlare finché quello che conosco, e che magari aveva proprio bisogno di me, non passa oltre, nell’altra direzione, gira l’angolo o entra in una porta, e non c’è più pericolo che mi dica qualcosa, e allora spengo il telefono, lo rimetto in tasca e continuo a camminare per i fatti miei pensando alle cose che ho detto a nessuno. Delle volte son cose interessanti. Son fatto così.

2 commenti:

  1. ci vorrebbe il tag: sono una persona orribile :)

    lo faccio anch'io ogni tanto in libreria, quando vedo che qualche cliente antipatico sta per chiedermi qualcosa (i clienti antipatici hanno sempre cose inutili da chiedere) mi attacco al telefono, o fingo di controllare fatture inesistenti, o fingo di leggere interessatissima un catalogo, così li scoraggio. però non funziona mai.
    quello, mi aspetta.

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  2. ma poi, diciamolo, lo facciamo tutti. È che spesso lo si fa col telefono all'orecchio come se si stesse ascoltando. Io invece parlo, ché altrimenti mi sembra disonesto.

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