giovedì 30 dicembre 2010

Dieci momenti barabbisti del duemiladieci secondo il Many

(siparietto emo)

* La prima volta che ho letto di mio nonno in pubblico, che poi era la prima volta in assoluto che leggevo in pubblico, a Bologna, in mezzo a un campo vicino alla tangenziale, c'era il festival delle culture antifasciste e facevamo Schegge di Liberazione per la seconda volta, avevo un foglietto in mano e mi tremavano le gambe.
* Il WriteCamp alla BlogFest, una specie di Cabaret Voltaire dell'editoria digitale, l'elogio leonardesco e il link di Mantellini. Son cose.
* Conoscere l'elena, al Mattatoio, alla prima di Schegge di Liberazione, e dopo trenta secondi buttarla sul palco a leggere. E l'ukulele di Simone Rossi e il contrabbasso di Bicio, cose che mai più senza.
* Conoscere Ilke Bab un po' per caso. Una di quelle conoscenze che ti aprono la testa in due.
* Quella volta che a Simone Rossi gli han chiesto “Anche tu sei un barabbista?” e lui ha fatto sì con la testa, con quel suo sorrisone giapponese che fa sciogliere le pietre.
* La felicità del dulinizo nello scoprire che, all'insaputa dell'autore, gli avevamo confezionato un ebook.
* I nasi rossi durante le Cronache di una sorte annunciata, Calamelli che ci fotografa, Leonardo che infiamma le folle.
* La benedizione di Sir Squonk.
* Scoprire che se conosci un blogger quello non è che ti allunga la mano e la stringe piano, no, quello ti guarda e ti abbraccia. Tra blogger ci si tocca un casino.
* La Grecia dei benty.

(e Cerreto, il Pigneto e le Mura e il roghenroa e la macchina di Mod, l'abominevole Perugia, la Venezia ser(en)issima, Radio Kairos e il colonnello Buonasera, il Meme con la neve, Milano con la nebbia, ma avevamo detto dieci e sto barando)

(chiuso siparietto emo)

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