mercoledì 16 giugno 2010

Vuvuzela

Erano i giorni migliori della peggiore scuola italiana: le medie. Eravamo lì, seduti, giovani, svogliati, tutto il giorno; il professore… no, l’intero corpo insegnante era il nemico. Ma più di tutti, il nemico era la prof di Storia, quella che sembrava la chioccia del Robin Hood di Walt Disney, quella che ci divideva in gruppi per fare degli esempi sulla vita degli antichi romani e diceva Tu, Paolo, fai il patrizio, e tu, Alberto, fai il plebeo, e tu, invece, Marco, fai il servo della gleba. Stronza.

Bisognava rompere l’ordine costituito, ribellarsi, mandare a monte la lezione a ogni costo, a costo della nota sul registro. Si doveva radunare un manipolo di ribelli dagli ultimi banchi, spostarli al centro dell’aula, alcuni, e ai quattro lati della formazione, gli altri.

Allora cominciava qualcuno, con si bemolle dal centro, faceva: mmmmmmmh con la bocca chiusa, con la gola. Attaccava subito il vicino di banco: mmmmmmmh, sempre con la bocca chiusa, mmmmmmmh, con la gola. Poi tutto il manipolo centrale era mmmmmmmh e a quel punto i quattro lati si univano al coro: mmmmmmmh con la bocca chiusa anche loro, mmmmmmmh con la gola dagli angoli della classe.

Finché eravamo quasi tutti a fare mmmmmmmh con le bocche chiuse, con le gole, mmmmmmmh anche chi non era tra i prescelti per la rivoluzione, ma si faceva prendere dall’euforia ribelle del momento; mmmmmmmh e si rischiava di mandare in risonanza i vetri e il pavimento, mmmmmmmh e quella chioccia della prof di Storia, l’ordine costituito, non poteva mica farci la nota sul registro, non a tutti, non alla classe intera, mmmmmmmh era difficile, a regime, individuare il colpevole: tutti lì con la bocca chiusa, mmmmmmmh anche chi, ed erano pochi, non faceva mmmmmmmh con la gola, per la paura.

E niente, l’altro ieri accendo il televisore, guardo quei matti correre da una parte all’altra del campo verde, dietro una palla, poi ascolto meglio e lo sento, sento un si bemolle costante, esulto, madeleine!, rido, mi unisco al coro. Faccio mmmmmmmh sul letto, con la bocca chiusa, mmmmmmmh con la gola.

La signora mi chiede se sono diventato matto. No, le rispondo, mi sto ribellando. Mi sto ribellando all’ordine costituito. Stronzi.

4 commenti:

  1. ecco cos'erano i miei vetri che tremavano

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  2. Anonimo9:32 AM

    una partita di calcio non può definirsi "dell'obbligo" e la miglior protesta è spegnere la televisione (o meglio non averne affatto) e disertare lo stadio. questa è disobbedienza civile, non fare casino contribuendo comunque allo sfacelo. bel racconto comunque.

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  3. AAAA averci pensato quando andavo a sQuola....mmmmmmmh
    ;)
    Splendido esempio di "El pueblo unido, jamás será vencido"

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  4. Anonimo8:05 PM

    Io quando facevano tutti "mmmmmhhhhh" iniziavo a fare (sempre con il mmmmmhhhh) delle note diverse, tipo scale indiane che si sentono nei raga col sitar. Già alle medie.
    Giuro.

    Che non vuol mica dire che son furbo. Però è vero.

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