domenica 18 aprile 2010

Pensieri in apnea: accerchiato!

Dodicesima puntata

Sono ovunque, oggi sono ovunque e in ogni dove.
Mi giro, mi volto, scivolo e scatto. Studio, valuto con frazioni di secondo, con visuale periferica registro i movimenti. Mi tendo fino all'inverosimile, schivo, spingo, colpisco, mi piego e riparto. Formulo ipotesi, modifico tattiche, aggiorno la strategia. Mi sforzo, ignoro i crampi, i dolori momentanei e il fiato corto. Comprimo, coordino, esco dai ripari e mi slancio. L'adrenalina continua a circolare, il sangue pulsa come una marcia nelle orecchie. Ho voglia di urlare.
Mai andare in piscina al sabato, sembra una tonnara.
Tutta colpa della primavera; avevo notato le avvisaglie qualche giorno fa vedendo incomprensibili lampadati e depilati rischiare l'abbronzatura sotto il dilavamento del cloro.
Ora siamo in otto per corsia e questo vale per tutte e sei le corsie. Sei per Otto, Quarantotto, Asino Cotto! Lo squasso è enorme.
L'unico divertimento è scoprire tra i vari nuotanti chi nuota bene e chi no: visto dal bordo vasca chi nuota male sembra sempre che stia sul punto di annegare.
Ma c'è poco da ridere, mi sento in piena sindrome d'accerchiamento.
Come ogni conflitto basato sulla presenza umana, sto lottando per il controllo del territorio, e più precisamente sto lottando per resistere all'invasione dei veterani della 4a corsia, quelli che si segnano le vasche da fare sulla tavoletta e che, mettendosi in fila disciplinata, riescono a stare anche in 15 nella stessa corsia. Quelli che, anche se siamo nell'ora del nuoto libero, si sentono meglio con la scaletta preparata appositamente e da seguire puntigliosamente. Quelli che, come commento cameratesco, si dicono: "Dio Bo'! Stai diventando un uomo di Atlantide!".
Oggi, complice la primavera e forse nuove licenze dalla sede dell'ammiragliato, alcuni di loro son piombati nella 3a corsia, la nostra, quella degli amabili amatori in boxer, con il cipiglio (ammetto la difficoltà di scorgere il cipiglio da sotto gli occhialini, ma vi giuro, c'é) e la supponenza di chi pensa di avere a che fare con dei bambini cresciutelli. Ebbene, i signorini volevano spadroneggiare e son tornati di là con le pinne nel sacco. Purtroppo nell'ethos della battaglia non ho distinto più tra alleati e avversari ma immagino che ogni soldato sia incappato negli stessi rischi.
Bagatelle a parte, c'è solo un aspetto che, purtroppo, invidio al mondo militare: la pena di morte.
La pena di morte è l'unico rimedio definitivo ed esemplare contro chi si ostina a lavarsi col bagnoschiuma al cioccolato prima di entrare in piscina.

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