martedì 27 novembre 2007

Paris vaut bien une messe?

Un paio di barabbisti sono stati inviati a Parigi per osservare le meccaniche scioperistiche francesi.
No. Non è vero. Siamo andati a Parigi in vacanza e solo per caso abbiamo visto come le cose funzionano anche quando non funzionano.
Nello specifico questo post si rivelerà pressoché inutile. Ma volevamo condividere con voi una manciata di esperienze parigine, così tanto per appuntarle da qualche parte:

1) Hanno chiuso la Sorbona mentre stavamo atterrando al Charles De Gaulle. Siamo andati a vederla, la Sorbona chiusa - non è mai successo, nemmeno nel '68 - e l'abbiamo trovata circondata da un anello di camionette della Gendarmerie, piene zeppe di fustacchioni armati fino ai denti. Ci siamo avvicinati un poco per leggere il cartello affisso sul portone e abbiamo immediatamente sentito il "clack" d'apertura del portellone della camionetta a noi più vicina. Ovviamente abbiamo alzato i tacchi.

2) Al Pompidou sono riuscito a filmare l'igloo di Giap di Mario Merz. Dice: "Se il nemico si concentra perde terreno, se si disperde perde forza". Roba d'altri tempi. Eccolo qui di seguito:



3) Ci siamo accorti, tornando allo stivale, di quanto la stampa italiana sia pressapochista, quando non decisamente tendenziosa. Proprio qualche minuto fa il gr3 - il mio fidato gr3 - diceva: "continuano le proteste antifrancesi nelle banlieu magrebine". No, signori miei. Non si tratta di proteste antifrancesi, perché i ragazzi incazzati - a torto o a ragione, poco importa ora - i ragazzi che incendiano le periferie sono nati in Francia, quindi francesi, seppur francesi poveri. Proletari, avremmo detto un tempo (si legga a tal proposito l'ultimo articolo di Fofi su Internazionale) e quindi le parole giuste sono "continuano le proteste dei poveri francesi discriminati nelle banlieu parigine".

Vabbé, tutto qua. Alla prossima vacanza.

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